Crediti fiscali. Rivista la norma che apre a un altro passaggio dopo i primi tre. Ora sarà possibile solo tra banca e correntista ma si pensa già a nuove modifiche
12 aprile 2022
La quarta cessione cambia subito volto.
Stop alla solidarietà tra banca e titolare della detrazione, ma arrivano altri vincoli: il cessionario dovrà necessariamente essere un correntista e il cedente dovrà essere per forza un istituto di credito.
Dopo l’accoglienza tiepida che aveva ricevuto la prima versione della norma sulla quarta cessione dei crediti, le commissioni riunite Ambiente e Attività produttive della Camera ieri hanno riesaminato la questione, votando un nuovo emendamento alla legge di conversione del Dl 17/2022 (decreto Bollette) che, di fatto, ha totalmente riscritto il precedente intervento.
Stop alla solidarietà tra banca e titolare della detrazione, ma arrivano altri vincoli: il cessionario dovrà necessariamente essere un correntista e il cedente dovrà essere per forza un istituto di credito.
Dopo l’accoglienza tiepida che aveva ricevuto la prima versione della norma sulla quarta cessione dei crediti, le commissioni riunite Ambiente e Attività produttive della Camera ieri hanno riesaminato la questione, votando un nuovo emendamento alla legge di conversione del Dl 17/2022 (decreto Bollette) che, di fatto, ha totalmente riscritto il precedente intervento.
La nuova norma prevede solo per le banche (sono ora escluse le assicurazioni e gli altri intermediari finanziari) la possibilità di effettuare una cessione aggiuntiva dopo le prime tre (una libera e due in ambiente controllato). Questa possibilità è ancora subordinata all’esaurimento dei passaggi precedenti: deve, quindi, trattarsi di crediti che non potrebbero essere più trasferiti a nessuno.
Il quarto passaggio sarà, però, possibile «esclusivamente nei confronti di soggetti con i quali» le banche «abbiano concluso un contratto di conto corrente, senza facoltà di ulteriore cessione». Deve, quindi, trattarsi di correntisti, che potrebbero essere semplici persone fisiche, ma anche imprese o professionisti. E va ricordato, a questo proposito, che rispetto ai correntisti la banca ha specifici obblighi di verifica in chiave antiriciclaggio.
Salta, in questo modo, la responsabilità solidale: nella precedente versione, infatti, la quarta cessione ribaltava sul cedente una gravosissima responsabilità anche per eventuali verifiche delle Entrate nei confronti del titolare originario della detrazione. Una condizione capestro che nessuna banca avrebbe accettato.
La cessione ai correntisti dovrebbe servire, allora, per consentire alle banche di trasferire ai propri clienti crediti fiscali, liberando capienza per nuove operazioni. Questi trasferimenti dovrebbero avvenire nel quadro di offerte commerciali, nelle quali un correntista che deve pagare un F24 da 100 euro riceve dal proprio istituto l’offerta di acquisto di un credito fiscale da 100 euro con un piccolo sconto (magari, a 99 euro). Ci guadagna la banca, che avrà comprato quel credito a un prezzo più basso (ad esempio, a 98 euro), e ci guadagna il correntista, che porta in F24 un credito da 100 euro, comprato a 99.
Il quarto passaggio sarà, però, possibile «esclusivamente nei confronti di soggetti con i quali» le banche «abbiano concluso un contratto di conto corrente, senza facoltà di ulteriore cessione». Deve, quindi, trattarsi di correntisti, che potrebbero essere semplici persone fisiche, ma anche imprese o professionisti. E va ricordato, a questo proposito, che rispetto ai correntisti la banca ha specifici obblighi di verifica in chiave antiriciclaggio.
Salta, in questo modo, la responsabilità solidale: nella precedente versione, infatti, la quarta cessione ribaltava sul cedente una gravosissima responsabilità anche per eventuali verifiche delle Entrate nei confronti del titolare originario della detrazione. Una condizione capestro che nessuna banca avrebbe accettato.
La cessione ai correntisti dovrebbe servire, allora, per consentire alle banche di trasferire ai propri clienti crediti fiscali, liberando capienza per nuove operazioni. Questi trasferimenti dovrebbero avvenire nel quadro di offerte commerciali, nelle quali un correntista che deve pagare un F24 da 100 euro riceve dal proprio istituto l’offerta di acquisto di un credito fiscale da 100 euro con un piccolo sconto (magari, a 99 euro). Ci guadagna la banca, che avrà comprato quel credito a un prezzo più basso (ad esempio, a 98 euro), e ci guadagna il correntista, che porta in F24 un credito da 100 euro, comprato a 99.
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Questo schema, però, si scontra con una criticità: la norma entra in vigore a partire dal 1° maggio. Esattamente quel giorno scatta una limitazione: le cessioni parziali successive alla prima verranno vietate. Vuol dire che le banche potrebbero effettuare quarte cessioni solo di crediti “interi”. Quindi, non 100 euro da consumare in una singola operazione ma, per ipotesi, 10mila euro da usare su più annualità, secondo la scansione del credito originario.
Allo stesso modo, pesa il vincolo di fare cessioni ai correntisti solo quando sia stato completato il ciclo di tre trasferimenti. «È evidente - spiega Antonio Piciocchi di Deloitte - che tale impostazione non porterà ad una ripresa del mercato. Per le banche non sarà possibile liberare plafond cedendo il credito ai propri clienti ma dovranno trovare una seconda banca che avrà concordato la cessione con i propri correntisti». Insomma, in vista ci sono già nuove modifiche.
FONTE: IlSole24Ore
Allo stesso modo, pesa il vincolo di fare cessioni ai correntisti solo quando sia stato completato il ciclo di tre trasferimenti. «È evidente - spiega Antonio Piciocchi di Deloitte - che tale impostazione non porterà ad una ripresa del mercato. Per le banche non sarà possibile liberare plafond cedendo il credito ai propri clienti ma dovranno trovare una seconda banca che avrà concordato la cessione con i propri correntisti». Insomma, in vista ci sono già nuove modifiche.
FONTE: IlSole24Ore