L’analisi del Caf Acli. Forte aumento per gli sconti sugli oneri sanitari (+5,9%) e i lavori edilizi (+3,8%). Crescono anche le agevolazioni su arredi e giardini
20 giugno 2023
Un bonus tira l’altro. Non si ferma la crescita degli sconti fiscali nel modello 730. Grazie alla spinta della precompilata e all’effetto dell’inflazione le dichiarazioni dei redditi che gli intermediari stanno trasmettendo alle Entrate in questi giorni rafforzano il trend dell’anno scorso.
Le analisi del Caf Acli per Il Sole 24 Ore del Lunedì – relative a 630.957 modelli inviati dagli stessi contribuenti dal 2020 al 2023 – evidenziano innanzitutto due elementi. Primo: il balzo delle spese mediche detraibili, che vedono aumentare del 5,9% i beneficiari rispetto ai modelli presentati l’anno scorso, con un incremento di 98 euro dell’importo medio portato in detrazione. Secondo: l’ulteriore crescita dei bonus sui lavori in casa diversi dal 110%, tra i quali la detrazione sulle ristrutturazioni compare ormai nel 44,5% dei modelli 730.
In attesa di sapere se e come le agevolazioni saranno tagliate per finanziare la riforma fiscale cui sta lavorando il Governo, i dati del Caf Acli aiutano a leggere l’andamento dell’economia, i consumi delle famiglie e il modo in cui i contribuenti si sono adattati ai continui cambiamenti della normativa fiscale.
L’effetto lungo del Covid
La detrazione sulle spese mediche è tra quelle che hanno risentito di più della pandemia, con un gran numero di visite e interventi rinviati nel 2020 a causa dei lockdown (fenomeno che si vede nei modelli presentati nel 2021). Già nei 730 trasmessi l’anno scorso, la spesa media aveva raggiunto e superato i livelli pre-Covid (1.125 euro contro 1.098). Solo quest’anno, però, i beneficiari sorpassano il livello raggiunto nelle dichiarazioni presentate nel 2020, arrivando al 77,8 per cento. E crescono ancora di quasi cento euro gli importi medi, che raggiungono 1.223 euro.
In pratica, più persone hanno speso di più per curarsi. Sicuramente ha influito un fattore tecnico, cioè la possibilità di detrarre tutte le spese mediche trasmesse alle Entrate dal sistema Tessera sanitaria, anche se il contribuente non ha conservato tutti gli scontrini. Ma pesa senz’altro anche la necessità di recuperare il tempo perduto durante la pandemia, e non si può escludere che dietro all’aumento degli importi ci sia un maggior ricorso degli italiana alla sanità privata per abbreviare i tempi, unito al modesto aumento dei prezzi (+0,8% la variazione media settoriale 2022 dell’indice Nic rilevata dall’Istat).
Le analisi del Caf Acli per Il Sole 24 Ore del Lunedì – relative a 630.957 modelli inviati dagli stessi contribuenti dal 2020 al 2023 – evidenziano innanzitutto due elementi. Primo: il balzo delle spese mediche detraibili, che vedono aumentare del 5,9% i beneficiari rispetto ai modelli presentati l’anno scorso, con un incremento di 98 euro dell’importo medio portato in detrazione. Secondo: l’ulteriore crescita dei bonus sui lavori in casa diversi dal 110%, tra i quali la detrazione sulle ristrutturazioni compare ormai nel 44,5% dei modelli 730.
In attesa di sapere se e come le agevolazioni saranno tagliate per finanziare la riforma fiscale cui sta lavorando il Governo, i dati del Caf Acli aiutano a leggere l’andamento dell’economia, i consumi delle famiglie e il modo in cui i contribuenti si sono adattati ai continui cambiamenti della normativa fiscale.
L’effetto lungo del Covid
La detrazione sulle spese mediche è tra quelle che hanno risentito di più della pandemia, con un gran numero di visite e interventi rinviati nel 2020 a causa dei lockdown (fenomeno che si vede nei modelli presentati nel 2021). Già nei 730 trasmessi l’anno scorso, la spesa media aveva raggiunto e superato i livelli pre-Covid (1.125 euro contro 1.098). Solo quest’anno, però, i beneficiari sorpassano il livello raggiunto nelle dichiarazioni presentate nel 2020, arrivando al 77,8 per cento. E crescono ancora di quasi cento euro gli importi medi, che raggiungono 1.223 euro.
In pratica, più persone hanno speso di più per curarsi. Sicuramente ha influito un fattore tecnico, cioè la possibilità di detrarre tutte le spese mediche trasmesse alle Entrate dal sistema Tessera sanitaria, anche se il contribuente non ha conservato tutti gli scontrini. Ma pesa senz’altro anche la necessità di recuperare il tempo perduto durante la pandemia, e non si può escludere che dietro all’aumento degli importi ci sia un maggior ricorso degli italiana alla sanità privata per abbreviare i tempi, unito al modesto aumento dei prezzi (+0,8% la variazione media settoriale 2022 dell’indice Nic rilevata dall’Istat).
Spunta il bonus barriere
Tutti i bonus casa ordinari – diversi dal 110% – vedono aumentare la propria presenza nei modelli 730 di quest’anno. Crescono i beneficiari della detrazione del 50% sulle ristrutturazioni (+3,8%) e dell’ecobonus ordinario (+0,9%): le due agevolazioni di gran lunga più usate in dichiarazione. Di fatto, significa che coloro che detraggono la prima rata nel 2023 sono più numerosi di quelli che hanno sfruttato l’ultima nei modelli presentati nel 2022.
Quasi inesistente, invece, il superbonus. Solo lo 0,11% dei contribuenti – in lievissima crescita su base annua – ha detratto una rata media di 3.670 euro. È la dimostrazione che il 110% funziona quasi esclusivamente con cessione del credito e sconto in fattura. E che, per ora, chi non ha trovato un acquirente per il superbonus 2022 non si è ancora rassegnato: resta la possibilità di cedere i crediti con la remissione in bonis entro il 30 novembre, e se proprio non si troverà un acquirente si potrà sempre presentare una dichiarazione integrativa (recuperando per quanto possibile la detrazione) o spalmare l’agevolazione in dieci anni a partire dai modelli presentati nel 2024.
La difficoltà di cedere i crediti d’imposta si riflette anche nell’andamento del bonus ristrutturazioni e dell’ecobonus, che quest’anno – come detto – vedono aumentare il numero di chi usa direttamente la detrazione. Invece, nelle dichiarazioni presentate l’anno scorso (2022 su 2021), quando il mercato delle cessioni non si era ancora fermato, i beneficiari erano diminuiti, pur in presenza di investimenti massicci nella riqualificazione edilizia.
Accelera leggermente la crescita del bonus mobili e del bonus giardini, a fronte di una spesa media tutto sommato costante. Per gli arredi potrebbe aver pesato anche la corsa di fine 2022 per evitare il taglio della spesa agevolabile da 10mila a 8mila euro nel 2023: si può calcolare un investimento medio di 7.039 euro, segno che molti sono già sopra la soglia 2023.
Fa capolino, infine, il bonus per l’abbattimento delle barriere architettoniche: per ora i beneficiari sfiorano lo 0,1%, con una detrazione media di 961 euro (spesa media di 6.406 euro). Ma si tratta di bonus che, viste le ultime modifiche normative, è destinato ad avere successo nei prossimi anni. Perché offre uno sgravio del 75% e conserverà intatta la possibilità di cessione fino al termine del 2025.
FONTE: IlSole24Ore
Tutti i bonus casa ordinari – diversi dal 110% – vedono aumentare la propria presenza nei modelli 730 di quest’anno. Crescono i beneficiari della detrazione del 50% sulle ristrutturazioni (+3,8%) e dell’ecobonus ordinario (+0,9%): le due agevolazioni di gran lunga più usate in dichiarazione. Di fatto, significa che coloro che detraggono la prima rata nel 2023 sono più numerosi di quelli che hanno sfruttato l’ultima nei modelli presentati nel 2022.
Quasi inesistente, invece, il superbonus. Solo lo 0,11% dei contribuenti – in lievissima crescita su base annua – ha detratto una rata media di 3.670 euro. È la dimostrazione che il 110% funziona quasi esclusivamente con cessione del credito e sconto in fattura. E che, per ora, chi non ha trovato un acquirente per il superbonus 2022 non si è ancora rassegnato: resta la possibilità di cedere i crediti con la remissione in bonis entro il 30 novembre, e se proprio non si troverà un acquirente si potrà sempre presentare una dichiarazione integrativa (recuperando per quanto possibile la detrazione) o spalmare l’agevolazione in dieci anni a partire dai modelli presentati nel 2024.
La difficoltà di cedere i crediti d’imposta si riflette anche nell’andamento del bonus ristrutturazioni e dell’ecobonus, che quest’anno – come detto – vedono aumentare il numero di chi usa direttamente la detrazione. Invece, nelle dichiarazioni presentate l’anno scorso (2022 su 2021), quando il mercato delle cessioni non si era ancora fermato, i beneficiari erano diminuiti, pur in presenza di investimenti massicci nella riqualificazione edilizia.
Accelera leggermente la crescita del bonus mobili e del bonus giardini, a fronte di una spesa media tutto sommato costante. Per gli arredi potrebbe aver pesato anche la corsa di fine 2022 per evitare il taglio della spesa agevolabile da 10mila a 8mila euro nel 2023: si può calcolare un investimento medio di 7.039 euro, segno che molti sono già sopra la soglia 2023.
Fa capolino, infine, il bonus per l’abbattimento delle barriere architettoniche: per ora i beneficiari sfiorano lo 0,1%, con una detrazione media di 961 euro (spesa media di 6.406 euro). Ma si tratta di bonus che, viste le ultime modifiche normative, è destinato ad avere successo nei prossimi anni. Perché offre uno sgravio del 75% e conserverà intatta la possibilità di cessione fino al termine del 2025.
FONTE: IlSole24Ore
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