Lotta all’evasione. Scoperto a Napoli e Avellino un giro di falsi crediti edilizi da 1,7 miliardi, mentre ad Asti i sequestri valgono 1,5 miliardi. Bonus facciate, ecobonus e Resto al Sud gli aiuti coinvolti
23 marzo 2023
Le frodi sulla cessione dei crediti toccano i 9 miliardi di euro l’equivalente di quasi mezzo punto di Pil. Per misurarne le dimensioni nel campo dell’Irpef i miliardi sottratti al Fisco sono pari a tre volte il costo della riforma a tre aliquote che il governo starebbe studiando con la nuova legge delega.
A far lievitare il conto delle frodi sui bonus edilizi e non solo sono state ieri del due indagini della Guardia di Finanza e dell’agenzia delle Entrate di Napoli e Asti.
La Gdf del capoluogo campano ha fatto emergere truffe per un controvalore in crediti sequestrati pari a 1,7 miliardi, mentre ad Asti le Fiamme Gialle hanno scoperto un maxifrode da 1,5 miliardi. Frodi sui cui la Guardia di Finanza, guidata dal generale Giuseppe Zafarana, lavorava da oltre un anno. E l’uscita di ieri , in coincidenza con il voto in Parlamento dei correttivi al decreto Superbonus non è poi del tutto casuale: la paura di una reiterazione dei reati e soprattutto la possibilità di svuotare i cassetti fiscali pieni di crediti fittizi è stata scongiurata del tutto con il sequestro dei finti bonus.
A far lievitare il conto delle frodi sui bonus edilizi e non solo sono state ieri del due indagini della Guardia di Finanza e dell’agenzia delle Entrate di Napoli e Asti.
La Gdf del capoluogo campano ha fatto emergere truffe per un controvalore in crediti sequestrati pari a 1,7 miliardi, mentre ad Asti le Fiamme Gialle hanno scoperto un maxifrode da 1,5 miliardi. Frodi sui cui la Guardia di Finanza, guidata dal generale Giuseppe Zafarana, lavorava da oltre un anno. E l’uscita di ieri , in coincidenza con il voto in Parlamento dei correttivi al decreto Superbonus non è poi del tutto casuale: la paura di una reiterazione dei reati e soprattutto la possibilità di svuotare i cassetti fiscali pieni di crediti fittizi è stata scongiurata del tutto con il sequestro dei finti bonus.
Le due indagini, infatti, hanno molti punti in comune. Sia a Napoli che ad Asti le indagini hanno fatto emergere importi di crediti molto significativi soprattutto sulle cessioni o tentativi di cessione di crediti legati al bonus facciate, all’ecobonus, al superbonus, e per quanto riguarda l’indagine in Piemonte sono emerse frodi sull’aiuto «Resto al Sud». Altro elemento in comune delle maxi frode che attraversano il Paese da Sud a Nord e viceversa è l’interscambiabilità degli stessi soggetti nel ruolo di cedente e cessionario, così come la presenza di fatture di acquisto assenti o di importo totalmente incoerente rispetto alla spesa indicata nella comunicazione all’agenzia delle Entrate. Dalle indagini emerge chiaramente come le operazioni per le quali si chiedeva l’accesso ai bonus erano del tutto inesistenti, effettuati in comuni inesistenti e su immobili assenti dalle mappe catastali.
Dai clochard ai defunti fino a chi presentava regolare parcella per entrare nelle operazioni illecite come teste di legno. Non solo. Come dimostra l’indagine di Asti emerge chiaramente il fine delle frodi finalizzate quasi tutte al riciclaggio o all’autoriciclaggio. E per queste operazioni spunta anche la tariffa per riciclare i proventi delle truffe da bonus edilizi: 1.000 euro ogni 40mila euro riciclati.
L’utilizzo dei crediti fittizi ha prodotto un danno erariale aggiuntivo legato alle indebite compensazioni con crediti inesistenti. Come emerge dall’indagine di Asti le Fiamme Gialle hanno ricostruito centinaia di posizioni di soggetti che, «verosimilmente ignari, hanno acquistato falsi crediti per poi portarli in compensazione di debiti fiscali». I contribuenti ignari non saranno comunque chiamati a rispondere di questi reati per i quali, una volta che i fatti saranno accertati e circostanziati, saranno addebitati ai membri del «sodalizio».
Altro elemento sottolineato dalle procure e in particolare da quella piemontese è che nei casi in cui la persona offesa sono le Poste italiane Spa si registra una duplicità di soggetti pubblici vittime di reato visto che la società è partecipata dallo Stato, svolge funzioni pubbliche e l’amministratore è di nomina governativa.
FONTE: IlSole24Ore
Dai clochard ai defunti fino a chi presentava regolare parcella per entrare nelle operazioni illecite come teste di legno. Non solo. Come dimostra l’indagine di Asti emerge chiaramente il fine delle frodi finalizzate quasi tutte al riciclaggio o all’autoriciclaggio. E per queste operazioni spunta anche la tariffa per riciclare i proventi delle truffe da bonus edilizi: 1.000 euro ogni 40mila euro riciclati.
L’utilizzo dei crediti fittizi ha prodotto un danno erariale aggiuntivo legato alle indebite compensazioni con crediti inesistenti. Come emerge dall’indagine di Asti le Fiamme Gialle hanno ricostruito centinaia di posizioni di soggetti che, «verosimilmente ignari, hanno acquistato falsi crediti per poi portarli in compensazione di debiti fiscali». I contribuenti ignari non saranno comunque chiamati a rispondere di questi reati per i quali, una volta che i fatti saranno accertati e circostanziati, saranno addebitati ai membri del «sodalizio».
Altro elemento sottolineato dalle procure e in particolare da quella piemontese è che nei casi in cui la persona offesa sono le Poste italiane Spa si registra una duplicità di soggetti pubblici vittime di reato visto che la società è partecipata dallo Stato, svolge funzioni pubbliche e l’amministratore è di nomina governativa.
FONTE: IlSole24Ore
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