Nel residenziale crescono di circa cinque punti le classi meno energivore
25 settembre 2023
«Significativo miglioramento delle prestazioni energetiche degli immobili certificati». Sono parole contenute nel rapporto annuale sulla certificazione energetica degli edifici italiani, presentato a Roma da Enea e dal Comitato termotecnico italiano energia e ambiente (Cti), che fotografano un notevole incremento tra il 2021 e il 2022 delle classi meno energivore (A e B), a danno delle classi energetiche più basse, che comunque continuano a rappresentare la quota maggiore del patrimonio edilizio italiano. Un incremento che, guardando al solo segmento residenziale, è di circa cinque punti percentuali.
Il rapporto, come ogni anno, analizza gli attestati di prestazione energetica registrati sul Siape, il sistema informativo che raccoglie i documenti caricati da Regioni e Province autonome. Questa volta la base dati era di circa 1,3 milioni di attestati e riguardava il 2022.
I numeri, nel confronto tra i dati relativi al 2021 e quelli relativi al 2022, parlano di un netto miglioramento delle prestazioni degli edifici. Da ricordare che il 2022 è stato l’anno di esplosione del superbonus. Anche se il merito di questi numeri è da attribuire senza dubbio anche ad altri fenomeni, come un peso maggiore delle vendite di immobili nuovi e, in generale, una sempre maggiore attenzione alla riqualificazione e all’efficienza energetica.
Il rapporto, come ogni anno, analizza gli attestati di prestazione energetica registrati sul Siape, il sistema informativo che raccoglie i documenti caricati da Regioni e Province autonome. Questa volta la base dati era di circa 1,3 milioni di attestati e riguardava il 2022.
I numeri, nel confronto tra i dati relativi al 2021 e quelli relativi al 2022, parlano di un netto miglioramento delle prestazioni degli edifici. Da ricordare che il 2022 è stato l’anno di esplosione del superbonus. Anche se il merito di questi numeri è da attribuire senza dubbio anche ad altri fenomeni, come un peso maggiore delle vendite di immobili nuovi e, in generale, una sempre maggiore attenzione alla riqualificazione e all’efficienza energetica.
Il rapporto spiega che «la percentuale di immobili nelle classi energetiche F e G diminuisce, in particolare in favore di quelle A4-B (+3,7%)». Sono numeri che riguardano la generalità degli edifici, residenziali e non: circa il 55% di questi continua a ricadere nelle classi energetiche più basse (F e G). Limitandosi ai soli edifici residenziali, queste tendenze emergono con evidenza ancora maggiore. Nel 2021 gli edifici residenziali in classe F e G erano il 59,7% del totale. Nel 2022 sono scesi al 54,2%, con una differenza di oltre cinque punti. Le classi A e B sono arrivate al 14,9%, da un livello che nel 2021 era stato pari al 9,7 per cento.
Guardando alle regioni, la quota più consistente di attestati è stata emessa in Lombardia (20,5%), seguita da Lazio (9,6%) e Veneto (8,4%). Gli Ape collegati a passaggi di proprietà e locazioni risultano in lieve flessione, pur continuando a rappresentare oltre l’80% del campione analizzato dal rapporto. Aumentano in percentuale, invece, le riqualificazioni energetiche e le ristrutturazioni profonde, che rappresentano rispettivamente il 5,7% e il 4,1% degli Ape emessi nel 2022 (+1,5% per entrambe rispetto al 2021).
Un capitolo dell’analisi è dedicato agli edifici Nzeb (Nearly zero energy buildings): sono edifici ad altissime prestazioni, nei quali il fabbisogno molto basso è coperto in misura significativa da energie rinnovabili. La buona notizia è che sono in crescita costante: tra il 2015 e il 2016 erano su percentuali vicine allo zero, attualmente coprono circa l’1% degli attestati presentati. Le regioni nelle quali risulta un’incidenza percentuale maggiore di edifici Nzeb sono l’Emilia-Romagna, la Puglia e la Lombardia.
Ampi stralci dell’analisi sono dedicati alla revisione della direttiva Epbd (Energy performance of buildings directive), attualmente in fase di trilogo, e agli effetti che è destinata ad avere sul nostro sistema di regole. Tra questi, c’è proprio l’armonizzazione dei sistemi di certificazione energetica nei diversi Paesi europei. Un’armonizzazione che, stando all’analisi del rapporto, non appare un processo semplice. «Il sistema di certificazione energetica degli edifici - si legge - è estremamente disomogeneo all’interno degli Stati europei per metodologia di calcolo, procedure e risultato finale, nonché percentuale di patrimonio edilizio certificato». Ad esempio, i limiti che definiscono ciascuna classe cambiano tra i Paesi. Con l’armonizzazione ci sarebbero passi avanti importanti, ma anche problemi, come - conclude l’analisi - «l’impossibilità di tenere conto, in una sola metodologia, delle diverse condizioni tipologiche, storiche e climatiche dei patrimoni edilizi di tutti gli Stati membri».
FONTE: IlSole24Ore
Guardando alle regioni, la quota più consistente di attestati è stata emessa in Lombardia (20,5%), seguita da Lazio (9,6%) e Veneto (8,4%). Gli Ape collegati a passaggi di proprietà e locazioni risultano in lieve flessione, pur continuando a rappresentare oltre l’80% del campione analizzato dal rapporto. Aumentano in percentuale, invece, le riqualificazioni energetiche e le ristrutturazioni profonde, che rappresentano rispettivamente il 5,7% e il 4,1% degli Ape emessi nel 2022 (+1,5% per entrambe rispetto al 2021).
Un capitolo dell’analisi è dedicato agli edifici Nzeb (Nearly zero energy buildings): sono edifici ad altissime prestazioni, nei quali il fabbisogno molto basso è coperto in misura significativa da energie rinnovabili. La buona notizia è che sono in crescita costante: tra il 2015 e il 2016 erano su percentuali vicine allo zero, attualmente coprono circa l’1% degli attestati presentati. Le regioni nelle quali risulta un’incidenza percentuale maggiore di edifici Nzeb sono l’Emilia-Romagna, la Puglia e la Lombardia.
Ampi stralci dell’analisi sono dedicati alla revisione della direttiva Epbd (Energy performance of buildings directive), attualmente in fase di trilogo, e agli effetti che è destinata ad avere sul nostro sistema di regole. Tra questi, c’è proprio l’armonizzazione dei sistemi di certificazione energetica nei diversi Paesi europei. Un’armonizzazione che, stando all’analisi del rapporto, non appare un processo semplice. «Il sistema di certificazione energetica degli edifici - si legge - è estremamente disomogeneo all’interno degli Stati europei per metodologia di calcolo, procedure e risultato finale, nonché percentuale di patrimonio edilizio certificato». Ad esempio, i limiti che definiscono ciascuna classe cambiano tra i Paesi. Con l’armonizzazione ci sarebbero passi avanti importanti, ma anche problemi, come - conclude l’analisi - «l’impossibilità di tenere conto, in una sola metodologia, delle diverse condizioni tipologiche, storiche e climatiche dei patrimoni edilizi di tutti gli Stati membri».
FONTE: IlSole24Ore
VISTO DI CONFORMITÀ SUPERBONUS 110% E BONUS EDILIZIOttieni il Visto di Conformità per Superbonus 110% e altri Bonus Edilizi, attraverso la nostra soluzione
|