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Il Parlamento Europeo approva la direttiva case green

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Con l'approvazione però il provvedimento non entra in vigore. Il testo sarà oggetto del negoziato finale tra Consiglio Ue ed esecutivo europeo per poi tornare in Plenaria


14 marzo 2023
La Direttiva EPBD Case Green, che ha fin dall’inizio diviso le parti politiche dei diversi stati membri, è stata discussa e votata il 14 marzo 2023 dal Parlamento europeo in seduta plenaria a Strasburgo. Una storica decisione che inciderà sul futuro del patrimonio immobiliare di ciascuno stato.
Ricordiamo che le misure oggetto della direttiva europea rientrano nel pacchetto Fit for 55% presentato dalla Commissione europea, il 14 luglio 2021, al fine di allineare la normativa vigente in materia di clima ed energia al nuovo obiettivo di riduzione, entro il 2030, delle emissioni nette di gas a effetto serra (emissioni previa deduzione degli assorbimenti) di almeno il 55 % rispetto ai livelli del 1990, nella prospettiva della neutralità climatica entro il 2050.

La bozza del testo prevede azioni da mettere in atto sugli edifici energeticamente inefficienti, secondo tempistiche molto stringenti che sono state anche oggetto di dichiarazioni da parte del Ministro MASE. Vediamo nel dettaglio cosa ha votato il Parlamento europeo e quali sono state le dichiarazioni (e posizioni) degli eurodeputati favorevoli e contrari alla Direttiva Case Green.

Il cambio del testo rischia di rendere la Direttiva inutile e insignificante
Ciarán Cuffe, eurodeputato irlandese dei verdi aveva dichiarato qualche giorno prima del voto: “Alcuni membri di quest’aula vorrebbero cambiare il testo, rendendo la direttiva inutile e insignificante: è un atteggiamento insensato. A loro dico di non diluire questa direttiva ma di votare per bollette più basse e case più calde”.

La commissaria Ue all’energia, Kadri Simson sostiene la nuova Direttiva e ritiene che rinnovare il patrimonio edilizio sia qualcosa di essenziale e che gli edifici energivori saranno i primi ad essere coinvolti. Per questo Simson ha dichiarato: “sarà importante rafforzare i certificati di prestazione energetica per dare a consumatori ed agli inquilini informazioni chiare e credibili sul consumo energetico”.
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No ad una Direttiva insostenibile per l’Italia
L’eurodeputato Fi-Ppe Massimiliano Salini si era dichiarato contrario alla Direttiva ritenuta insostenibile per l’Italia: “sulla nuova direttiva per gli standard energetici degli immobili, vi è un’accesa discussione interna al Parlamento europeo, che coinvolge anche delegazioni numericamente rilevanti come quelle di Germania e Francia, alcuni autorevoli rappresentanti delle quali si apprestano a votare contro, indicando l’esigenza di cambiare il testo come chiesto del centrodestra italiano. Insieme a ciò, le recenti notizie relative al governo austriaco, che si unirebbe al fronte contrario allo stop totale a diesel e benzina nel 2035, e alle preoccupazioni sul nuovo dossier Euro 7 che diversi Paesi membri vorrebbero rinviare, stanno alimentando un forte scetticismo verso l’ala rigidamente ultra-green della Commissione europea guidata dal vicepresidente Timmermans. Un altolà che l’esecutivo Ue farebbe bene a cogliere quanto prima”.

L’esito del voto
Con 343 voti favorevoli, 216 voti contrari e 78 astenuti, è arrivato il primo via libera alla Direttiva Case Green dal Parlamento europeo.
​Il testo che ha avuto l’ok parlamentare prevede per gli edifici residenziali e le unità immobiliari il raggiungimento: entro il 1° gennaio 2030 di almeno la classe energetica E ed entro il 1° gennaio 2033 di almeno la classe energetica D. Tuttavia va precisato che con l’approvazione il provvedimento non entra in vigore, in quanto ci sarà un passaggio tra istituzioni europee prima di arrivare al testo definitivo. Quindi la partita è ancora aperta.

FONTE: Ediltecnico
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