Sarà riservato a redditi bassi, famiglie a rischio povertà energetica e giovani. Risorse spostate da dissesto idrogeologico e rigenerazione urbana a REPower EU
28 luglio 2023
In arrivo 4 miliardi di euro per il nuovo Ecobonus, riservato alle abitazioni appartenenti a proprietari a basso reddito.
Lo prevede la rimodulazione del PNRR, decisa dalla Cabina di regia sul Piano nazionale di ripresa e resilienza e approvata oggi dalla Commissione Europea.
Con la rimodulazione, nel PNRR è stato inserito il programma REPower EU, cioè il programma lanciato l’anno scorso dalla Commissione Europea per il risparmio energetico e la diffusione delle energie rinnovabili.
Parallelamente, la cabina di regia ha deciso di stralciare dal PNRR 9 progetti per un totale di quasi 15,9 miliardi di euro, che saranno destinate al programma REPower EU.
Tra i progetti che non otterranno più le risorse del PNRR, ci sono interventi di riduzione del rischio idrogeologico e rigenerazione urbana. Il Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, ha assicurato che le misure stralciate potranno accedere ad altre fonti di finanziamento. Ma gli Enti locali e gli addetti ai lavori hanno espresso il loro disappunto.
4 miliardi di euro per il nuovo Ecobonus
Il nuovo Ecobonus, presente nel programma REPower EU, è dedicato al patrimonio immobiliare privato e mira a promuovere l’efficientamento energetico delle abitazioni per affrontare la questione della povertà energetica.
Alla misura saranno destinati 4 miliardi di euro, 2 per il 2024 e 2 per il 2025. Come si legge nel documento diramato dalla Cabina di regia, la misura si baserà su incentivi fiscali, come quelli attivi da tempo e poi potenziati con il Superbonus.
A differenza di quanto accaduto fino ad ora, con detrazioni slegate dalle fasce di reddito, il sostegno sarà destinato esclusivamente alle categorie di persone a basso reddito, a famiglie a rischio di povertà energetica e ai giovani.
In attesa che il Governo fornisca maggiori dettagli sul nuovo incentivo, bisogna notare che, almeno nel 2024, il nuovo Ecobonus convivrà con quello tradizionale, che concede detrazioni Irpef e Ires per l’efficientamento energetico di abitazioni e di immobili a destinazione diversa.
Dal documento della cabina di regia si evince inoltre che il nuovo Ecobonus ricalcherà, in versione economicamente più sostenibile, gli incentivi fiscali dell’Ecobonus tradizionale. La misura dovrebbe quindi strutturarsi come una detrazione fiscale e il Governo dovrebbe specificare l’aliquota e i tempi di rimborso.
Dato che l’incentivo è destinato ai redditi bassi, si può ipotizzare che i tempi di rimborso saranno lunghi, in modo da consentire ai soggetti con poca capienza fiscale di usufruire della detrazione.
Tra i redditi bassi ci sono anche gli incapienti. È probabile che, solo per loro, sia consentita la cessione del credito alle banche, come previsto per l’ecobonus tradizionale prima dell’avvento del Superbonus e delle semplificazioni del Decreto Rilancio.
Sale l’Ecobonus, scendono dissesto idrogeologico e rigenerazione urbana
La rimodulazione del PNRR prevede la modifica di 144 misure. In alcuni casi si tratta di modifiche formali, in altre della riprogrammazione delle risorse nell’ambito dello stesso progetto. Fitto, ad esempio, ha annunciato che ci saranno 900 milioni di euro in più per la realizzazione di 260 mila nuovi posti in asili nido.
La rimodulazione prevede anche il definanziamento di opere valutate non realizzabili entro la scadenza del 2026.
Le misure eliminate dal PNRR sono:
- Interventi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l'efficienza energetica dei Comuni (6 miliardi)
- Investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale (3,3 miliardi)
- Piani urbani integrati (2,5 miliardi)
- Misure per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico (1,3 miliardi)
- Utilizzo dell'idrogeno in settori hard-to-abate (1 miliardo)
- Aree interne - Potenziamento servizi e infrastrutture sociali di comunità (725 milioni)
- Promozione impianti innovativi (incluso offshore) (675 milioni)
- Valorizzazione dei beni confiscati alle mafie (300 milioni)
- Tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano (110 milioni)
Il Governo ha assicurato che le misure otterranno altre fonti di finanziamento, come il PNC, i fondi di coesione e altri fondi nazionali.
Il nuovo capitolo sul REPower costerà in tutto 19,2 miliardi. La cifra sarà coperta dalle risorse provenienti dalle opere definanziate, dal contributo a fondo perduto REPowerEU (che per l'Italia ammonta a 2,7 miliardi) e dall'aggiornamento del contributo UE PNRR per effetto della variazione del PIL (150 milioni di euro).
Lo prevede la rimodulazione del PNRR, decisa dalla Cabina di regia sul Piano nazionale di ripresa e resilienza e approvata oggi dalla Commissione Europea.
Con la rimodulazione, nel PNRR è stato inserito il programma REPower EU, cioè il programma lanciato l’anno scorso dalla Commissione Europea per il risparmio energetico e la diffusione delle energie rinnovabili.
Parallelamente, la cabina di regia ha deciso di stralciare dal PNRR 9 progetti per un totale di quasi 15,9 miliardi di euro, che saranno destinate al programma REPower EU.
Tra i progetti che non otterranno più le risorse del PNRR, ci sono interventi di riduzione del rischio idrogeologico e rigenerazione urbana. Il Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, ha assicurato che le misure stralciate potranno accedere ad altre fonti di finanziamento. Ma gli Enti locali e gli addetti ai lavori hanno espresso il loro disappunto.
4 miliardi di euro per il nuovo Ecobonus
Il nuovo Ecobonus, presente nel programma REPower EU, è dedicato al patrimonio immobiliare privato e mira a promuovere l’efficientamento energetico delle abitazioni per affrontare la questione della povertà energetica.
Alla misura saranno destinati 4 miliardi di euro, 2 per il 2024 e 2 per il 2025. Come si legge nel documento diramato dalla Cabina di regia, la misura si baserà su incentivi fiscali, come quelli attivi da tempo e poi potenziati con il Superbonus.
A differenza di quanto accaduto fino ad ora, con detrazioni slegate dalle fasce di reddito, il sostegno sarà destinato esclusivamente alle categorie di persone a basso reddito, a famiglie a rischio di povertà energetica e ai giovani.
In attesa che il Governo fornisca maggiori dettagli sul nuovo incentivo, bisogna notare che, almeno nel 2024, il nuovo Ecobonus convivrà con quello tradizionale, che concede detrazioni Irpef e Ires per l’efficientamento energetico di abitazioni e di immobili a destinazione diversa.
Dal documento della cabina di regia si evince inoltre che il nuovo Ecobonus ricalcherà, in versione economicamente più sostenibile, gli incentivi fiscali dell’Ecobonus tradizionale. La misura dovrebbe quindi strutturarsi come una detrazione fiscale e il Governo dovrebbe specificare l’aliquota e i tempi di rimborso.
Dato che l’incentivo è destinato ai redditi bassi, si può ipotizzare che i tempi di rimborso saranno lunghi, in modo da consentire ai soggetti con poca capienza fiscale di usufruire della detrazione.
Tra i redditi bassi ci sono anche gli incapienti. È probabile che, solo per loro, sia consentita la cessione del credito alle banche, come previsto per l’ecobonus tradizionale prima dell’avvento del Superbonus e delle semplificazioni del Decreto Rilancio.
Sale l’Ecobonus, scendono dissesto idrogeologico e rigenerazione urbana
La rimodulazione del PNRR prevede la modifica di 144 misure. In alcuni casi si tratta di modifiche formali, in altre della riprogrammazione delle risorse nell’ambito dello stesso progetto. Fitto, ad esempio, ha annunciato che ci saranno 900 milioni di euro in più per la realizzazione di 260 mila nuovi posti in asili nido.
La rimodulazione prevede anche il definanziamento di opere valutate non realizzabili entro la scadenza del 2026.
Le misure eliminate dal PNRR sono:
- Interventi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l'efficienza energetica dei Comuni (6 miliardi)
- Investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale (3,3 miliardi)
- Piani urbani integrati (2,5 miliardi)
- Misure per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico (1,3 miliardi)
- Utilizzo dell'idrogeno in settori hard-to-abate (1 miliardo)
- Aree interne - Potenziamento servizi e infrastrutture sociali di comunità (725 milioni)
- Promozione impianti innovativi (incluso offshore) (675 milioni)
- Valorizzazione dei beni confiscati alle mafie (300 milioni)
- Tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano (110 milioni)
Il Governo ha assicurato che le misure otterranno altre fonti di finanziamento, come il PNC, i fondi di coesione e altri fondi nazionali.
Il nuovo capitolo sul REPower costerà in tutto 19,2 miliardi. La cifra sarà coperta dalle risorse provenienti dalle opere definanziate, dal contributo a fondo perduto REPowerEU (che per l'Italia ammonta a 2,7 miliardi) e dall'aggiornamento del contributo UE PNRR per effetto della variazione del PIL (150 milioni di euro).
PNRR, Ance: "No a stralcio fondi dissesto idrogeologico e rigenerazione urbana"
L’Associazione nazionale costruttori edili (Ance) ha espresso la sua contrarietà alla modifica del PNRR che prevede lo spostamento delle risorse per il dissesto idrogeologico al piano REPower EU.
“Non condividiamo la scelta di stralciare dal Pnrr fondi destinati al dissesto idrogeologico e alla rigenerazione urbana” ha scritto in una nota la presidente, Federica Brancaccio. “I Comuni e le imprese sono fortemente impegnati su tutti i territori nel portare avanti questi interventi urgenti e non più procrastinabili visti anche i continui eventi calamitosi. Peraltro - sotolinea -il monitoraggio della spesa sta premiando finora proprio i Comuni e gli interventi diffusi”.
“Aspettiamo pertanto un confronto con il ministro Fitto, fiduciosi che si guarderà alle reali necessità del Paese” conclude.
PNRR e dissesto idrogeologico, Anci: "Vogliamo garanzie"
Come sottolineato dal presidente dell’Anci, Antonio Decaro, sul totale delle risorse eliminate dal PNRR, 13 miliardi sono di competenza dei Comuni.
Decaro, che nei giorni scorsi ha rivendicato la capacità dei Comuni di spendere le risorse del PNRR nei tempi previsti e senza ritardi, ha commentato con disappunto lo spostamento delle risorse. “É una notizia che ci colpisce molto perché vengono spostate le risorse che erano state assegnate alle uniche amministrazioni pubbliche he stanno già spendendo con efficienza e rapidità, mentre per esempio ci sono soggetti attuatori che non hanno ancora elaborato i progetti”.
“Se nell’ambito della verifica con Bruxelles - continua - emergerà che alcuni tra i progetti finanziati ai Comuni non risulteranno compatibili con le indicazioni della Commissione Europea, allora sarà giusto sostituire i fondi del PNRR con risorse nazionali, come in cabina di regia ci è stato assicurato che verrà fatto. Tenendo sempre conto che questi progetti sono stati validati e ammessi al finanziamento dai Ministeri, non ce li siamo inventati noi”.
E sulle nuove fonti di finanziamento Decaro conclude “chiediamo al Governo garanzie immediate sul finanziamento di queste opere che in molti casi, come quelle finanziate dal Ministero dell’Interno, sono già state realizzate”.
PNRR, Architetti: "Preoccupante il taglio agli interventi contro il dissesto idrogeologico"
“Desta forte preoccupazione l’operazione che rimodula, tagliandoli, i fondi destinati ad interventi di contrasto al dissesto idrogeologico proprio ora che su questo fronte ci troviamo in una vera e propria emergenza, mentre è ormai chiaro a tutti che la prima infrastruttura di cui il Paese ha bisogno è la manutenzione e la cura del territorio” ha affermato Francesco Miceli, Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (CNAPPC).
“L’auspicio - conclude - è che siano ripristinate, con nuove fonti di finanziamento, le risorse destinate ai Comuni che hanno dimostrato una intensa attività nell’investire i fondi nell’interesse delle loro comunità”.
FONTE: Edilportale
L’Associazione nazionale costruttori edili (Ance) ha espresso la sua contrarietà alla modifica del PNRR che prevede lo spostamento delle risorse per il dissesto idrogeologico al piano REPower EU.
“Non condividiamo la scelta di stralciare dal Pnrr fondi destinati al dissesto idrogeologico e alla rigenerazione urbana” ha scritto in una nota la presidente, Federica Brancaccio. “I Comuni e le imprese sono fortemente impegnati su tutti i territori nel portare avanti questi interventi urgenti e non più procrastinabili visti anche i continui eventi calamitosi. Peraltro - sotolinea -il monitoraggio della spesa sta premiando finora proprio i Comuni e gli interventi diffusi”.
“Aspettiamo pertanto un confronto con il ministro Fitto, fiduciosi che si guarderà alle reali necessità del Paese” conclude.
PNRR e dissesto idrogeologico, Anci: "Vogliamo garanzie"
Come sottolineato dal presidente dell’Anci, Antonio Decaro, sul totale delle risorse eliminate dal PNRR, 13 miliardi sono di competenza dei Comuni.
Decaro, che nei giorni scorsi ha rivendicato la capacità dei Comuni di spendere le risorse del PNRR nei tempi previsti e senza ritardi, ha commentato con disappunto lo spostamento delle risorse. “É una notizia che ci colpisce molto perché vengono spostate le risorse che erano state assegnate alle uniche amministrazioni pubbliche he stanno già spendendo con efficienza e rapidità, mentre per esempio ci sono soggetti attuatori che non hanno ancora elaborato i progetti”.
“Se nell’ambito della verifica con Bruxelles - continua - emergerà che alcuni tra i progetti finanziati ai Comuni non risulteranno compatibili con le indicazioni della Commissione Europea, allora sarà giusto sostituire i fondi del PNRR con risorse nazionali, come in cabina di regia ci è stato assicurato che verrà fatto. Tenendo sempre conto che questi progetti sono stati validati e ammessi al finanziamento dai Ministeri, non ce li siamo inventati noi”.
E sulle nuove fonti di finanziamento Decaro conclude “chiediamo al Governo garanzie immediate sul finanziamento di queste opere che in molti casi, come quelle finanziate dal Ministero dell’Interno, sono già state realizzate”.
PNRR, Architetti: "Preoccupante il taglio agli interventi contro il dissesto idrogeologico"
“Desta forte preoccupazione l’operazione che rimodula, tagliandoli, i fondi destinati ad interventi di contrasto al dissesto idrogeologico proprio ora che su questo fronte ci troviamo in una vera e propria emergenza, mentre è ormai chiaro a tutti che la prima infrastruttura di cui il Paese ha bisogno è la manutenzione e la cura del territorio” ha affermato Francesco Miceli, Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (CNAPPC).
“L’auspicio - conclude - è che siano ripristinate, con nuove fonti di finanziamento, le risorse destinate ai Comuni che hanno dimostrato una intensa attività nell’investire i fondi nell’interesse delle loro comunità”.
FONTE: Edilportale
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