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Superbonus, ecco le banche che accettano ancora la cessione del credito

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La maggior parte degli istituti di credito e delle compagnie assicurative hanno sospeso il servizio di cessione dei crediti. Sono scese a tre le realtà che al momento accettano nuove pratiche​


23 giugno 2022
Incertezza. E anche un pizzico di esasperazione. In questi lunghi giorni di caldo, gli italiani interessati ai bonus edilizi stanno attraversando uno stato di crescente confusione. Il tira-e-molla dei provvedimenti ha mandato in fibrillazione un esercito di consulenti, commercialisti, bancari e, ovviamente, clienti che non sanno letteralmente come muoversi. Tanto che quando si chiedono informazioni, la risposta degli interlocutori è un grande e immenso “Boh”. Cosa fare con la pratica? Presentarla o no? E chi l’ha già presentata come si deve poi comportare?
Ci sono tanti dubbi da chiarire ma è molto difficile perché le possibili soluzioni cambiano “ad horas” e non durano nemmeno l’arco di una settimana. Qui proviamo a dare qualche suggerimento ai tantissimi italiani impegnati nel tour de force dei bonus edilizi.

Quelli che mettono il timbro
Lo snodo principale è la validazione delle società di consulenza a cui si sono rivolte le banche per verificare la correttezza della pratica. È una sorta di “bollino” che garantisce l’allineamento della documentazione presentata alla copiosa normativa. «La validazione dei consulenti delle banche è uno snodo cruciale – ricorda Francesco Matrone, managing partner dello studio di commercialisti SM&A – Se la pratica non è stata ancora validata, al cliente conviene aspettare che la banca riapra le erogazioni temporaneamente sospese».
Se invece la “bollinatura” è già avvenuta, ricorda Matrone, allora, il passo successivo (in caso non si abbia la liquidità necessaria) è quello di siglare il contratto di finanziamento della banca: «L’istituto di credito, nel frattempo, avrà valutato il merito creditizio della persona che ha presentato la pratica. Benché la documentazione sia corretta, infatti, ci si potrebbe trovare di fronte per esempio a un pluri-protestato. La banca vorrà fare i suoi controlli». Validazione dei documenti e merito di credito quindi i primi due passaggi.

Caricare i documenti sul web
Ci sono poi quelli che hanno già caricato l’intera documentazione sul sito web come viene chiesto dalla banca. Che succede in questo caso? «Il caricamento sul sito web dei documenti non è altro che l’avvio del processo di validazione – aggiunge Matrone – La società di consulenza a cui la banca ha affidato la verifica dovrà fare infatti i suoi controlli. Finché non c’è la validazione finale, non si arriva al contratto di finanziamento».
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Occhio al contratto
Ecco, dunque, il contratto di finanziamento. La banca, dopo le rassicurazioni dei consulenti, stanzia i soldi per la pratica del bonus; con quel denaro il cliente pagherà l’azienda edile, otterrà le fatture e, con il credito d’imposta generato dalla piattaforma dell’Agenzia delle Entrate, andrà ad estinguere in banca il finanziamento concesso. Ma che succede se il plafond fiscale dell’istituto è finito? La banca potrebbe bloccare l’estinzione? «Il suggerimento che posso dare è di verificare bene il contratto di finanziamento prima di firmare – sottolinea Matrone – È importante che non vi siano ostacoli fra la cessione del credito alla banca e l’estinzione del debito. Bisogna controllare se vi siano clausole che consentano all’istituto di non accettare la cessione del credito».
È l’altro passaggio chiave: il privato deve essere sicuro di poter cedere il credito alla banca; in caso contrario, se non avesse soldi per ripagare il finanziamento, come farà ad onorare il debito con l’istituto? «Deve esserci una chiara consapevolezza di questa situazione – aggiunge il commercialista di SM&A – Il contratto con la banca non si può cambiare ma si può sempre decidere di non firmare».

Chi offre ancora il servizio di cessione del credito
Ci sono istituti di credito e intermediari che hanno ancora attivo il servizio di cessione del credito e chi invece ne è strapieno e ha deciso per il momento di sospendere. Fra i primi vi sono Mps, Bper e Poste Italiane. Ultimo istituto a sospendere il servizio è stato Banco Desio, il 28 giugno scorso, per esaurimento del plafond per la cessione dei crediti d'imposta.
È bene ricordare, però, che rispetto a inizio anno tutti hanno rivisto al rialzo i costi. Proprio Banco Desio sul superbonus 110% è passato da una trattenuta del 9,1% ad una del 12% mentre, su tutte le altre tipologie di bonus edilizi, è stato mantenuto un prelievo del 20%. Anche Mps ha ritoccato verso l’alto i costi dei servizi: per il Superbonus 110% la trattenuta è passata dal 7,3% al 9,1%, mentre per ecobonus, ristrutturazioni e facciate la trattenuta del 20% è salita al 22% allineandosi alle condizioni di Bper. Quest’ultima ha trattenute del 10% per Superbonus 110% e Sismabonus.
Per chi si accinge a farvi ricorso, anche l’apertura da parte di Poste Italiane è indubbiamente una buona notizia, visto che nei mesi scorsi il servizio era stato sospeso per adeguare le procedure di controllo, elaborazione, acquisizione delle pratiche. Il servizio è stato riaperto ai primi di marzo per privati, imprese e liberi professionisti che abbiano sostenuto in maniera diretta i relativi oneri (cosiddette prime cessioni). Come sempre si accede al servizio se si è titolari di un conto corrente, aderendo esclusivamente attraverso la procedura online, per la quale occorre essere in possesso di credenziali Spid. Tutte le comunicazioni tra il cliente e Poste Italiane sono via email ed è proprio sulla email indicata che Poste Italiane potrà richiedere informazioni, documentazioni e se necessario procedere a specifici controlli.
Va detto che il cliente, sino all’accettazione da parte di Poste Italiane potrà recedere dalla richiesta di cessione senza penali. Oltre ad essere necessaria una certa abilità con i sistemi digitali, è bene sapere anche che Poste valuterà l’acquisto dei crediti d’imposta unicamente a valle della disponibilità alla cessione sulla piattaforma messa a disposizione dall’Agenzia delle Entrate.

I costi di Poste Italiane
Quanto ai costi del servizio certamente l’offerta di Poste Italiane su alcune voci (ecobonus potenziato, barriere architettoniche ed ecobonus ordinario) è la più competitiva. Quanto al valore del credito che si matura, questo varia a seconda della tipologia di bonus edilizio: per il Superbonus 110% con recupero in 4 anni viene riconosciuto il 90,91% del valore nominale del credito d’imposta maturato; nel caso dei crediti d’imposta con recupero in 5 anni (ad esempio Ecobonus) è previsto un 89,5% del valore nominale del credito d'imposta maturato; infine nel caso di crediti d’imposta con recupero in 10 anni (ristrutturazione) sarà pari all’ 80% del valore nominale del credito maturato.
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Quelli che invece hanno sospeso il servizio
Poi ci sono gli istituti che hanno sospeso il servizio di cessione del credito. Dalla più grande banca italiana (Intesa Sanpaolo) fanno sapere che la sospensione è avvenuta in aprile per il raggiungimento della tax capacity: «Tutti i clienti sono stati tempestivamente informati con comunicazione personalizzata circa lo stato delle pratiche caricate sulla piattaforma di Deloitte». E aggiungono: «L’obiettivo primario è di evadere le pratiche presentate entro fine aprile dai nostri clienti». Intesa Sanpaolo sta inoltre predisponendo una nuova offerta: «Dal primo luglio saranno applicate nuove condizioni, riconducibili all’attuale scenario dei tassi. Va ricordato infatti che, per la cessione del credito la banca deve prevedere una provvista sulla base dei tassi tempo per tempo vigenti, negli ultimi mesi aumentati in maniera significativa». In arrivo trattenute più alte, quindi, per chi non avrà ottenuto il via libera definitivo entro fine giugno.
Cosa accade invece in casa UniCredit? «Alla luce del nuovo quadro normativo che consente la seconda e terza cessione solo a banche e assicurazioni, UniCredit sta riscontrando un elevato volume di richieste che potrebbero comportare il raggiungimento della massima capacità fiscale possibile per la cessione dei crediti»: questi i motivi della sospensione del servizio da aprile.
Bnl Bnp Paribas ha sospeso l’accettazione di nuove domande dal 19 maggio, ma ha intenzione di riaprire il servizio non appena saranno smaltite la maggioranza delle pratiche in corso. La stessa motivazione è arrivata da Fineco: «Il nostro obiettivo era di mantenere un servizio di qualità elevata per i clienti. Per questo è stata attivata una partnership con E&Y in modo che i clienti avessero un canale dedicato di assistenza per tutte le richieste di carattere burocratico, visto che i documenti da fornire erano numerosi e il percorso non per tutti chiarissimo».

Lo stop delle compagnie
Una brusca frenata è stata realizzata anche dalle compagnie assicurative che in alcuni casi non hanno precisato al Sole 24 Ore il giorno della fine dell’accoglimento delle richieste. «Al momento, date le mutate condizioni di contesto finanziario e normativo, verrà data priorità allo smaltimento delle pratiche già pervenute e coperte dagli stanziamenti già effettuati», spiegano da Generali Italia anche a nome di Cattolica.
A quanto risulta al Sole 24 Ore nelle scorse settimane il Leone ha inviato una circolare ai suoi agenti come ha fatto anche Cattolica che spiega come a partire dalle 10 del giorno stesso dell’invio della comunicazione sia stato sospeso momentaneamente il caricamento di nuove pratiche «per permettere opportune valutazioni dal punto di vista finanziario e di allocazione delle risorse» anche perché la tax capacity di gruppo è limitata.
Anche Unipol ha inviato una lettera ai suoi agenti il 14 giugno annunciando la sospensione che decorre dal 15 giugno 2022: «La nuova raccolta di richieste di cessione del credito riprenderà nel corso dell’anno con modalità che saranno comunicate in seguito, appena verificata la sufficienza del plafond 2022 ovvero a partire da gennaio 2023 qualora il plafond fosse esaurito».

​FONTE: IlSole24Ore

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