Operativo il bonus varato dopo il taglio dal 110 al 90%: a disposizione 20 milioni di euro. Potrebbero coprire poco più di 2mila domande ma i cantieri avviati nel 2023 sono quasi 26mila
25 settembre 2023
Fondo indigenti per meno di un condominio ogni dieci. Mentre continuano le polemiche sull’impatto che il superbonus al 110% ha avuto sui conti pubblici, ieri l’agenzia delle Entrate ha messo in moto i contributi a fondo perduto (le domande partiranno il prossimo 2 ottobre, fino al 31) disegnati quando, poco meno di un anno fa, il Governo aveva deciso di tagliare l’agevolazione dal 110 al 90 per cento. Prima un decreto del ministero dell’Economia, licenziato ad agosto, e poi un provvedimento con le istruzioni operative, firmato dal direttore Ernesto Maria Ruffini, hanno definito i contorni della misura. A conti fatti, però, questa si applicherà a una minoranza piuttosto esigua di cantieri.
«Sul superbonus parlano i numeri: 140 miliardi di euro di buco tolti alla sanità, all’istruzione, alle pensioni, per ristrutturare le seconde case e anche i castelli». Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ieri ha rinnovato le forti critiche sull’agevolazione, che potrebbe uscire ulteriormente ridimensionata dalla prossima legge di Bilancio.
I passi indietro sul superbonus, però, sono partiti già un anno fa, con il taglio dal 110 al 90%: per salvaguardare quei cittadini che, con la riduzione dello sconto, non sarebbero più stati in grado di sostenere la parte di spesa rimasta a loro carico, è nato allora il contributo attivato ieri . Che, non a caso, è commisurato proprio al 10% dei bonifici effettuati dal 1° gennaio al 31 ottobre. Ora che tutti i paletti dello strumento sono stati definiti, è possibile misurarne l’impatto reale.
«Sul superbonus parlano i numeri: 140 miliardi di euro di buco tolti alla sanità, all’istruzione, alle pensioni, per ristrutturare le seconde case e anche i castelli». Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ieri ha rinnovato le forti critiche sull’agevolazione, che potrebbe uscire ulteriormente ridimensionata dalla prossima legge di Bilancio.
I passi indietro sul superbonus, però, sono partiti già un anno fa, con il taglio dal 110 al 90%: per salvaguardare quei cittadini che, con la riduzione dello sconto, non sarebbero più stati in grado di sostenere la parte di spesa rimasta a loro carico, è nato allora il contributo attivato ieri . Che, non a caso, è commisurato proprio al 10% dei bonifici effettuati dal 1° gennaio al 31 ottobre. Ora che tutti i paletti dello strumento sono stati definiti, è possibile misurarne l’impatto reale.
Il fondo quest’anno è finanziato per 20 milioni di euro (a fronte di una base di oltre 18 miliardi dei soli lavori condominiali, fino ad agosto del 2023). Il massimo di spesa agevolabile è 96mila euro: quindi, con un contributo del 10%, si può arrivare a un bonus massimo di 9.600 euro. Se 2mila persone dovessero richiedere il contributo massimo, allora, il fondo risulterebbe esaurito. Il problema è che il bacino dei lavori condominiali è parecchio più ampio. Solo quelli avviati nel 2023, ai quali potenzialmente si applica la novità, in base all’ultima rilevazione dell’Enea aggiornata ad agosto, sono poco meno di 26mila. Il contributo, quindi, potrebbe essere richiesto da meno di un condominio ogni dieci.
Anche se il risultato finale potrebbe essere addirittura peggiore. Per ciascuno dei quasi 26mila cantieri condominiali, infatti, potrebbero esserci anche più soggetti, proprietari di immobili, con diritto al bonus indigenti. Inoltre, nel perimetro del fondo ricadono anche i lavori sulle villette e le case unifamiliari. Su queste, però, c’è da sottolineare che nel 2023 sono stati avviati pochissimi nuovi lavori. Quindi, il fondo sarà appannaggio, quasi esclusivamente, dei condomini.
Visti i numeri, è allora possibile che alla fine scattino le clausole di taglio del contributo, inserite nel provvedimento delle Entrate. Se le richieste non supereranno i 20 milioni, tutti avranno diritto al 100% di quanto richiesto. Se, invece, le risorse saranno inferiori alle richieste, i contributi saranno ridotti proporzionalmente.
Ma l’ipotesi peggiore è quella in cui le richieste superino i 200 milioni. In questo caso, il contributo sarà erogato nella misura del 10%, ma “a esaurimento”, guardando all’ordine cronologico dei bonifici di pagamento delle spese. Molto dipenderà da quanto i molti paletti fissati per accedere al fondo restringeranno la platea dei potenziali richiedenti.
FONTE: IlSole24Ore
Anche se il risultato finale potrebbe essere addirittura peggiore. Per ciascuno dei quasi 26mila cantieri condominiali, infatti, potrebbero esserci anche più soggetti, proprietari di immobili, con diritto al bonus indigenti. Inoltre, nel perimetro del fondo ricadono anche i lavori sulle villette e le case unifamiliari. Su queste, però, c’è da sottolineare che nel 2023 sono stati avviati pochissimi nuovi lavori. Quindi, il fondo sarà appannaggio, quasi esclusivamente, dei condomini.
Visti i numeri, è allora possibile che alla fine scattino le clausole di taglio del contributo, inserite nel provvedimento delle Entrate. Se le richieste non supereranno i 20 milioni, tutti avranno diritto al 100% di quanto richiesto. Se, invece, le risorse saranno inferiori alle richieste, i contributi saranno ridotti proporzionalmente.
Ma l’ipotesi peggiore è quella in cui le richieste superino i 200 milioni. In questo caso, il contributo sarà erogato nella misura del 10%, ma “a esaurimento”, guardando all’ordine cronologico dei bonifici di pagamento delle spese. Molto dipenderà da quanto i molti paletti fissati per accedere al fondo restringeranno la platea dei potenziali richiedenti.
FONTE: IlSole24Ore
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